Pet therapy, o anche zooterapia, ne sentiamo parlare molto spesso e in tivù vediamo servizi molto belli e spesso commoventi che ci fanno conoscere il suo utilizzo e gli effetti su coloro che la praticano. La pet therapy consiste nell’utilizzare gli animali domestici in terapie destinate a persone, anziani e bambini soprattutto, con problemi di apprendimento o di relazione e a persone con disturbi psichici o problemi fisici. Essa infatti sfrutta la relazione o meglio gli effetti positivi della relazione che si crea tra l’uomo e l’animale che vanno così a rinforzare le tradizionali terapie impiegate nei diversi ambiti clinici che hanno come obiettivo il miglioramento comportamentale, fisico o cognitivo. Inoltre la relazione con un animale domestico aiuta a definire una via di comunicazione tra paziente e medico e porta il paziente ad avere un ruolo attivo. Per questo motivo è molto utilizzata in ospedali, comunità di recupero, case di riposo.
Una terapia con utilizzo di animali domestici viene programmata e messa a punto da un team di professionisti quali il medico specializzato nella patologia del paziente, lo psicologo, il pedagogo, il veterinario, l’operatore sociale. Anche l’animale utilizzato è scelto in base alle caratteristiche e agli obiettivi della terapia. Gli animali più utilizzati nella pet therapy sono il cane, il coniglio, il cavallo, l’asino, il gatto.
Con l’accresciuto interesse verso questa forma di aiuto si è sviluppata una conseguente offerta tanto che il nostro Ministero della Salute ha messo a punto le linee guida, in attesa della legge, per regolamentare gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) che vengono raggruppati in tre categorie: Terapia Assistita con gli Animali (TAA), Educazione Assistita con gli Animali (EAA), Attività Assistita con gli Animali (AAA).
Per chiudere in bellezza guardate questo bel video realizzato dalla Polizia di Stato sull’ippoterapia