Animali da compagnia: sempre più presenti nelle famiglie italiane

Gli ultimi rilevamenti statistici Euromonitor 2015, Eurispes 2016, e il Rapporto 2016 di Assalco-Zoomark (associazione nazionale imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia e fiera internazionale professionale di settore) ci dicono che il 43% delle famiglie italiane annovera tra i suoi componenti un animale da affezione. Il gruppo più nutrito è costituito dagli amici gatti (circa 7,5 milioni quelli censiti), seguono gli amici cani ( circa 7 milioni) e poi pesci, tartarughe, uccellini, piccoli roditori, animali esotici.

Il rapporto ASSALCO-ZOOMARK è giunto alla sua nona edizione, e ci aggiorna ogni anno sull’evoluzione del mondo degli animali da compagnia: non solo prodotti alimentari e accessori ma anche dati di mercato e informazioni provenienti da tutto il mondo, novità in campo normativo e sull’importanza assunta dalla presenza dei nosti amici quattrozampe in famiglia e il loro ruolo nella società attuale (per approfondimenti vedere il sito www.assalco.it).

Si è messa in luce l’importanza degli animali da compagnia per anziani e bambini, di fatto la pet-therapy, la “terapia” che sfrutta le capacità relazionali di determinati animali domestici nelle cure psichiatriche e non, è diventata un protocollo in molte strutture ospedaliere per la cura comportamentale, cognitiva, psicosociale e psicologico-emotiva fino al recupero fisico.

Vengono sottolineate le responsabilità dei proprietari: il cane deve essere iscritto all’anagrafe canina regionale, deve avere il microchip che contiene i dati identificativi di cane e proprietario, gatti e cani devono essere vaccinati e trattati contro i parassiti e dal 2009 anche in Italia sono attivi i corsi per la “proprietà responsabile” organizzati dal Ministero della salute e dalla federazione nazionale degli ordini veterinari, che puntano allo sviluppo della relazione proprietario-cane e ad una migliore integrazione dell’animale domestico nel contesto sociale.

Un altro aspetto interessante messo in luce dal rapporto Assalco-Zoomark è la conseguente responsabilità delle istituzioni nel dotarsi di normative per la gestione degli animali da compagnia vista la loro massiccia presenza nella società: dai dati rilevati da Legambiente con l’Associazione nazionale dei comuni italiani, l’Enci e la già citata federazione degli ordini veterinari, sappiamo che il 97%  delle Asl si è dotata di un canile sanitario e che l’89% delle amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia ha istituito un assessorato dedicato gli animali e alla loro gestione nell’ambito cittadino.

Ovviamente anche il ruolo e la preparazione dei veterinari si è evoluta negli anni ed è molto orientata alla cura e al benessere dell’animale domestico anche sotto il profilo dell’alimentazione.
A questo proposito si sottolinea che la normativa europea in fatto di alimentazione animale è molto severa a garanzia della sanità e qualità dell’alimentazione industriale. In Italia norme e controlli sono ancor più restrittivi: si pensi che il Ministero della Salute ha istituito il Piano Nazionale di controllo ufficiale sull’alimentazione degli animali che viene aggiornato ogni tre mesi, e prevede controlli a campione lungo tutta la filiera produttiva, dalla materia prima alla collocazione del prodotto nel mercato.

Infine una cosa, la più importante per tutti noi che viviamo con un amico animale: il legislatore italiano ha stabilito il principio della tutela del legame affettivo tra famiglia / persona e l’animale d’affezione con il via libera ad un emendamento che stabilisce l’impossibilità di pignorare gli animali da compagnia e di affezione e quelli con scopo terapeutico-assistenziale.

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